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C’E’ UN LAGER DIETRO CASA TUA… NON CHIUDERE GLI OCCHI !

 

SABATO 24 LUGLIO ORE 9,30

PRESIDIO E VOLANTINAGGIO INFORMATIVO

CONTRO I CIE

A GRADISCA D’ISONZO

(nella piazza centrale vicino al mercato)

organizzato dal Coordinamento Libertario regionale contro i CIE 

 

QUANDO MANCA IL RESPIRO…


…. Col caldo, per esempio, soprattutto quando c’è l’afa e il caldo umido della scorsa settimana; il sudore sgorga da ogni poro, ti si attacca addosso, come un liquido viscoso che non ti abbandona… ahh un condizionatore… Non c’è. Pazienza,  in una casa c’è sempre un luogo più fresco, una cantina, per esempio, una stanza con le finestre aperte verso il giardino. No niente, allora un frigorifero con una bevanda fresca? (il medico raccomanda sempre di bere tanto col caldo) No niente. … Ah ecco, un ventilatore! No! Una doccia?  No. Allora via,  fuori,  al fresco di un supermercato, in un cinema… una gelateria alla sera… No! No! No! Non esci, la tua casa ha le sbarre alle finestre, alla porta e anche il cielo ha le sbarre, la tua casa è di cemento bollente, la tua casa è circondata da sbarre e uomini armati; la tua casa è un CIE.
La tua casa non è una prigione, è pura perversione. Li il  respiro non manca per il caldo soffocante al quale noi tutti/e cerchiamo e troviamo rimedio; il respiro manca perché in quella casa manca ogni via d’uscita che non sia quella dell’essere “libars di scugnì tornà”; obbligati al ritorno, respinti. Via. Fine . Ritorno alla fame, alla guerra, alla miseria, alcune donne alla tratta, alla violenza, allo stupro, alcun* alla morte che avevano disperatamente cercato di evitare.
Livia e Giorgio, Umberto e Gianfranco l’hanno architettata, progettata, costruita, Roberto dal nobile sudore padano ha lavorato per renderla ancora più cattiva, più casa di tortura perché facendoti rimanere chiuso/a lì dentro per sei mesi ti uccide anche la speranza che pure è sempre l’ultima ad andarsene.
Che cosa fareste voi?
Cerchereste di scappare. E’ fisiologico,  è naturale. E’ quello che molti di loro stanno facendo, in tutti i modi, anche i più crudeli che vanno sotto l’anonimo nome di autolesionismo.
Autolesionismo è per esempio, mangiare una lametta da barba pur di uscire per l‘ospedale e da lì fuggire. Avete mai pensato che cosa è mangiare una lametta? Pensateci, perché tutti gli esofaghi tagliati sanguinano, anche quelli di Turco e Napolitano, di Bossi, di Fini  e compagnia briscola.
Ma no, loro ritengono invece di aver risolto il problema; hanno inventato le case di concentramento CIE e l’etichetta di clandestino per riempirle di umanità disperata. Anzi, con la peggiore perversione possibile, di comune accordo col raìs libico, stanno facendo anche di peggio, li lasciano alle sue prigioni sottoterra, con 40 gradi e senz’acqua. Una macelleria umana con la loro e la nostra benedizione.
Ah, e a proposito di benedizioni, sarebbero  stati una manna dal cielo il milione di euri per la ristrutturazione della Polonio da farsi con procedura d’urgenza come nello stile consolidato della cricca dei grandi eventi-grandi affari? La procedura d’urgenza e i lavori sono stati bloccati, dopo l’inizio dell’indagine sugli appalti d’urgenza avviata dalle Procure di Perugia e Firenze, così, si è detto, … per evitare equivoci. Già …Chi ci muore e chi ci mangia.
I lavori dovevano riguardare il ripristino dei sistemi di sicurezza per evitare le numerosissime fughe che si sono ripetute in questi ultimi anni. Il ripristino degli “offendicula”, anche quelli che la commissione europea di De Mistura aveva detto di togliere nel 2007  per motivi “umanitari”.
Abbiamo cercato su Wikipedia il significato di questa astrusa parola: “Si definiscono offendicula i mezzi utilizzati per impedire l’accesso ad estranei a proprietà private o per la difesa di beni con accorgimenti tali da procurare danni a chi si disponesse ad introdurvisi illecitamente”.
L’enciclopedia online a fianco della spiegazione mette delle foto d’esempio; la prima è quella del cortile di Auschwitz.
Nella tua città c’è un lager! Si è scritto e detto in molte manifestazioni contro i CIE. E’ vero.
A pensarci, ci dovrebbe mancare il respiro, e non per il caldo. Se restiamo indifferenti sarà perché nel fresco delle nostre case, abbiamo perso l’umanità delle nostre coscienze.

CHIUDERE I CIE!   SUBITO!

 

Posted in CIE e immigrazione, Iniziative, Repressione.